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Date Posted: 04:02:51 10/26/00 Thu
Author: Anonymous
Subject: Z l'orgia del potere

Z, ORGIA DEL POTERE
A PROPOSITO DI AUTONOMIA SCOLASTICA, NEODIRIGENTI E PADRONI DELLE FERRIERE …

Con il 1° settembre è - si fa per dire - "scattata" la tanto decantata autonomia scolastica (con il corollario della dirigenza ai capi di istituto), il provvedimento presentato da Governo, sindacati concertativi ed esperti di cose scolastiche che, evidentemente, mai hanno messo piede nella scuola reale, come il toccasana per i mali della scuola italiana.

Proviamo a fare il punto della situazione ad un mese dalla ripresa dell'attività scolastica. A fronte di tante fumose parole, attualmente le certezze sono due: 1) i fondi destinati all'attuazione dell'autonomia sono stati drasticamente decurtati del 70%; 2) a diversi capi di istituto sembra che l'idea del potere abbia dato alla testa.
Così, nell'anno fatidico dell'entrata in vigore dell'autonomia per tutte le scuole, i fondi stanziati sono scesi da 4.250.000 a 1.500.000 (quota per ogni istituto); da 74.500 a 25.000 (quota da moltiplicare per il n° di docenti); da 7.150 a 2.500 (quota da moltiplicare per il n° degli alunni). Quelli per la formazione dei docenti: da 890.000 a 750.000 (quota per istituto); da 31.500 a 12.000 (quota per il n° dei docenti).
Mentre il comportamento tenuto da alcuni capi di istituto mostra come, in realtà, quella che è veramente "scattata" sia la dirigenza (con eventuale corollario dell'autonomia). Si è subito visto a proposito della "facoltà di scelta" dei propri collaboratori: si spazia dai comportamenti blandamente più concilianti (d'ora in poi posso scegliere io, ma scelgo quelli che avevate votato voi l'anno scorso - il più gettonato); a quelli apparentemente democratici (datemi una rosa di nomi tra cui scegliere); a quelli tout court autoritari, di chi ha le fregole del potere e non ha voglia di attendere il prossimo anno (ah, dimenticavo: vi comunico i nominativi dei collaboratori che ho scelto). Si tratta di varianti, connesse a volte al bon ton del singolo individuo, altre alle indicazioni del sindacato di appartenenza, che non modificano la sostanza del problema: la collegialità prevista dai Decreti Delegati (che sono ancora legge, checché ne dica il Consiglio di Stato) non è stata rispettata e prefigura lo scenario del prossimo anno. Peraltro, non è ancora chiaro come, se e da quali fondi saranno retribuite le attività di questi collaboratori: sulla ripartizione del Fondo di Istituto il Collegio è ancora sovrano.

Altri comportamenti da parvenu del potere che nelle scuole abbiamo avuto modo di riscontrare in questo breve lasso di tempo (frutto evidente delle abbondanti libagioni per festeggiare l'evento, confortate, probabilmente, dal profumo dei soldi: per finanziare il cosiddetto "contratto d'ingresso" dei dirigenti, il Governo prevede lo stanziamento di 238 miliardi; cosa che spiega il mistero dei 700 miliardi prima promessi ai confederali e poi scesi a 400) sono i seguenti:
· dichiarare che le ore impiegate in riunioni collegiali prima dell'inizio delle lezioni non rientrano nel computo delle 40 ore (falso! Il Contratto parla chiaro: "per la partecipazione alle riunioni del Collegio docenti, ivi compresa l'attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno", art. 42 del CCNL 4/8/95, ancora in vigore);
· obbligare i "propri" docenti a venire a scuola a svolgere le attività più disparate per 18, 22 o 25 ore settimanali prima dell'inizio delle lezioni perché così prevederebbe non si sa quale norma (falso!, quelle quantificate in precedenza sono le ore di lezione ("attività di insegnamento" del singolo docente, art. 41); tutte le altre attività ("attività funzionali all'insegnamento" vanno programmate e deliberate e rientrano, appunto, nelle 40 ore);
· pretendere il recupero in attività varie, nelle scuole superiori, delle frazioni orarie in caso di diminuzione dell'ora di lezione dovuta a causa di forza maggiore (falso!, in tal caso non sussiste alcun obbligo, come previsto dalle C.M. 243 del 22/9/79 e 192 del 3/7/80 e ribadito dagli Accordi di interpretazione autentica dell'1/7/97 e nella riunione con l'ARAN del 27/7/2000); l'unico obbligo al recupero sussiste se si delibera la sperimentazione dell'orario;
· spostare tout court - senza ragioni e, soprattutto, senza fornire motivazioni - colleghi da una sezione all'altra o da un corso all'altro (anche in questo caso: le competenze degli Organi Collegiali sui criteri di formazione classi e attribuzione delle cattedre sono ancora valide);
· dichiarare che per ricoprire l'incarico di funzione obiettivo occorre aver svolto un corso ad hoc, quindi non si può che riconfermare le persone dello scorso anno (facendole, di fatto, diventare immediatamente "figuri di sistema" o "figure che si sistemano", a dir si voglia ) è dire cosa falsa; le funzioni obiettivo, ancorché altro pezzo portante, insieme al famigerato concorsone, del nefando Contratto voluto da CGIL-CISL-UIL-SNALS, devono comunque essere di volta in volta individuate e votate;
· scegliere, di fatto, le persone per ricoprire gli incarichi di funzione obiettivo, senza che il Collegio abbia individuato le aree e gli eventuali candidati abbiano presentato un progetto ed un curriculum (l'iter è scandito dal Contratto);
· dichiarare che tutti i docenti sono tenuti a svolgere il numero delle verifiche scritte e orali mensili deciso autonomamente dal dirigente o obbligare i docenti a dare anche un giudizio oltre che un voto per le verifiche nelle superiori (sugli aspetti didattici il Collegio ha la massima sovranità);
· imporre al personale ATA le proprie autonome decisioni in merito all'organizzazione del lavoro e all'articolazione dell'orario; non prendere in considerazione la riduzione a 35 ore per i turnisti (le decisioni vanno concordate con il personale).

I comportamenti descritti (abbiamo volutamente omesso quelli tradizionalmente autoritari, fin troppo presenti anche prima dell'attribuzione della dirigenza) si configurano - va da sé - come atteggiamenti da padrone delle ferriere. Così è bene ricordare, ogni tanto, ai neodirigenti cosa dovrebbero dirigere, perché rivestono quel ruolo e con quali soldi sono retribuiti. E a noi stessi che siamo ancora in un regime democratico, che abbiamo un contratto di lavoro che regola (a maggior ragione, ora che è di natura privatistica) prestazioni e orario e che non siamo dei servi corvéables a merci. E che, anche se molti si riempiono la bocca con termini roboanti come "azienda" o "impresa", la funzione che svolgiamo è sempre quella di fornire formazione nella scuola pubblica. Potremmo anche ricordare loro che, se vogliono proprio mostrare capacità organizzative, si diano da fare in primis per retribuire tutte le ore aggiuntive che facciamo (e nei tempi dovuti, non l'anno dopo) - come avviene in tutte le "aziende" - ad esempio per le attività del Fondo di Istituto, l'altra bella pensata di CGIL-CISL-UIL-SNALS.

Alcuni capi di istituto hanno trasformato il primo Collegio in un monologo, sorta di prolusione di inizio d'anno per farci capire la nuova aria che tirava, in cui ci hanno raccontato (più o meno bene) la lezione appresa nei corsi di formazione/indottrinamento che hanno seguito per accedere al ruolo di dirigenti (corsi tenuti in genere dalla Confindustria, che di padroni delle ferriere se ne intende) e come frutto dei suggerimenti delle loro organizzazioni sindacali. Si è trattato, non a caso, per lo più di dichiarazioni a carattere fortemente ideologico, senza quel pragmatismo che dovrebbe essere la principale dote dei manager. In alcuni casi è perfino stata negata a qualche collega la parola (come avviene a qualche nostro studente che non sopporta interruzioni per paura di non riuscire a sciorinare tutta la lezione). La sostanza è stata la seguente: siamo in una comunità; abbiamo degli obiettivi comuni da conseguire (quelli del POF), a cui tutti si devono attenere; la concorrenza è forte, così, per far vincere la nostra impresa - perché sì, ora noi siamo un'impresa - ognuno deve mettere da parte i propri sentimenti, idee e personalismi. Non c'è posto per l'individualismo (vaga minaccia di espulsione dalla comunità). I dirigenti che hanno fatto un simile discorso hanno introdotto un'unica variante: la frase "adesso decido io, come ha chiarito il Consiglio di Stato" l'hanno detta subito o alla fine del discorso. Non si sa quanto ne siano consapevoli, ma intendiamo ricordare a questi signori che il mix delle tre cose ("decido io", "tutti si devono adeguare alle decisioni della comunità e non c'è posto per chi non è d'accordo") è la quintessenza di ogni sistema totalitario.

OCCORRE QUINDI ATTREZZARSI PER DARE UNA RISPOSTA ORGANIZZATA A CHI INTENDE TRASFORMARE LE SCUOLE IN ISTITUZIONI TOTALITARIE: DALL'11 AL 13 DICEMBRE CI SARANNO LE ELEZIONI PER LE RAPPRESENTANZE SINDACALI UNITARIE (RSU). INVITIAMO TUTTI I LAVORATORI A PRENDERE CONTATTO CON LA FEDERAZIONE PROVINCIALE DELLA CUB PER ORGANIZZARE FIN DA SUBITO LE LISTE IN OGNI SCUOLA.
____________________________________________________________________________
CUB SCUOLA
10152 Torino, Corso Regio Parco, 31 bis - Telefax: 011282929 - e mail: fls-2@arpnet.it
Milano: Tel.: 0270631804; fax: 0270602409; e mail: cubnazionale.it
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Vicenza: Telefax: 0444514937; e mail: cubvi@goldnet.it
Cagliari: Tel.: 070684176; fax: 070674910; e mail: rdbsardegna@tiscalinet.it
Bari: Telefax: 0805424993; e mail: rdbbari@tin.it

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